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CREDITS
Regia: Maristella MartellaCRETA è una creazione originale di danza e musica di Maristella Martella (danzatrice e coreografa) e di Gabriele Panico (musicista e compositore), che si ispira al mito di Cassandra, indagato nei saggi di Christa Wolf.
Per analizzare la società in cui viviamo è utile scavare nei miti e nei riti del Mediterraneo. Cassandra, veggente e profetessa, donna priva del dono della persuasione, è il sublime personaggio tragico e il nume ispiratore di CRETA. L’umanità di una donna tormentata dai dubbi, al trionfo dei giusti presagi, fa da controcanto alla sua solitudine. La sua condizione è quella dell’esule, in un altro luogo e in un altro tempo.
Maristella Martella, attraverso il mito di Cassandra, interpreta il dramma delle donne di oggi, ancora ai margini della società, sfruttate e violentate, nonostante l’evoluzione della società moderna. Le dee antiche non sono scomparse, esse rappresentano degli archetipi potenti ai quali ci ispiriamo e contro i quali lottiamo, per evolverci e trasformarci. Ci serviamo del mito per riconoscere la realtà in cui viviamo, dei simboli per tracciarne una mappatura e degli archetipi come uno specchio, per comprendere noi stessi.
Un insieme di movimenti ed armonie possibili creano un tessuto musicale e coreografico che si compone e si scompone ogni volta. Così come la creta, assorbendo l’acqua, diventa modellabile, trasformabile, mutabile, così il movimento corporeo e sonoro, in equilibrio tra pieno e vuoto, tra tensione e distensione, è in continua trasformazione. La musicalità del movimento e la fisicità del suono mirano ad espandere e far esplodere i gesti in una “trance” ritmica e coreutica. {Tracce – Segmenti} musicali si susseguono, disposti parallelamente sulla tela e la danza come il filo di Arianna che tesse la trama, trasversalmente, per formare l’intreccio e raccontare una storia, tante storie. Le traiettorie musicali in CRETA raccordano voci arcaiche e ritmiche da differenti latitudini. Gli affascinanti trattamenti elettronici dal vivo consentono una fusione con le coreografie, cercando costantemente un dialogo tra gli approdi sonori contemporanei e la teatralità della danza etno-contemporanea.